Una giornata apparentemente "tranquilla" a via Cironi, abbiamo
trascorso il pomeriggio a SpaziOpen attaccando ancora quadri, chiudendo
spifferi e finestre senza vetri con della plastica provvisoria (in attesa di
trovare i vetri adatti..), rimettendo a
posto il caos di fili e prolunghe avanzati dallo spazio espositivo dopo il nuovo impianto elettrico (a
norma!) e stoccando tende e tessuti in magazzino. In strada la situazione non
era altrettanto tranquilla, anzi. Scambi di ogni "bene" sin dalle prime ore del giorno, liti e
tensioni e tanti “turisti del buco” arrivati da mezza Toscana e contesi dal miglior offerente. Grande impegno
da parte dei Galoppini, gli intermediari dello spaccio, procacciatori della migliore “roba” per tutti. Per noi una
abbondante dose di insulti e minacce per essere stati spettatori alquanto
scomodi e per aver risposto negativamente alle richieste di Metadone o
pasticche da intrugliarci accanto. E poi scambi di sostanze in “ chiaro” e
persone in crisi sedute sulla soglia del fondo accanto al nostro, ormai
ribattezzato il “Sofà di chi si fa” che chiedevano soldi e metadone a chiunque
in strada.
Abbiamo trasformato una lampada realizzata con materiali di
recupero, un volante di una vecchia FIAT 500 e un faro di una Polo, sostituendo la vecchia luce alogena con una lampada a led ad alto
rendimento. A fine pomeriggio, come se fosse nell’aria, è cominciata a salire
la tensione via via che i frequentatori (abituali e non ) tornavano
dall’essersi bucati. La ragazza matta urlante (e tossica) ha dato il meglio di sé fino a
tardi, gli urli si sentivano da dentro nonostante la musica, dove eravamo a lavorare con gli
amici e reali sostenitori (Angelo, Vincenzo, Paola, Renzo, e Osvaldo). Il
dopocena è stato ancora meglio, con tre ragazzi trentenni a chiacchierare al
tavolo, due del “Cantiere” (agglomerato di case non proprio signorile al di là
del fiume) e uno del Mercatale, venuto in cerca di parole e sostanze, da me rimbambito di parole e scoraggiato (anche se temporaneamente) alla ricerca della cocaina.
Alle 24 usciamo a fumare una sigaretta e c’è un ragazzo nordafricano
seduto sulla soglia del mercatino al n°11 , in botta piena, testa tra le mani e
connessioni col mondo praticamente assenti. Gli abbiamo chiesto se andava tutto
bene, anche se a noi risultava lampante che non “andava tutto bene”.... Gli
abbiamo offerto una sigaretta, si è alzato e si è incamminato per la sua strada… salvo poi
ritrovarlo fuori quando alle 2 andati via tutti ho chiuso SpaziOpen, era li sul sofà (di
chi si fa) ancora più sprofondato, che parlava un francese misto ad arabo
francesizzato e impastato. Mi ha raccontato la sua vita di profugo arrivato con
gli scafisti e di quanto grande è stata la delusione nel vedere che l’Italia
che ha trovato non è quella che gli hanno raccontato in televisione da laggiù. Senza soldi e senza poter tornare nel suo paese dove c'è la guerra, ridotto in miseria. Anche
lui ha fatto un bel mix di sostanze, eroina cocaina alcol e psicofarmaci.. L’ho coperto e sfamato, poi è andato alla pensione “il
vagone”, si, quella dei binari morti
della stazione centrale, dove sono fermi i vagoni che domani ripartiranno.
Altro giro, altra corsa. Nelle strade accanto ancora persone che ridono e scherzano,
mentre finisce la nottata del sabato del villaggio, quella più lunga dell’anno.